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58a ASSEMBLEA GENERALE - Roma, 26-30 maggio 2008 - COMUNICATO FINALE

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Messaggio Da spe salvi Mar 10 Giu 2008, 16:13



La 58a Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana si è svolta in Vaticano, nell’Aula del Sinodo, dal 26 al 30 maggio, con la partecipazione di 239 Membri, 18 Vescovi Emeriti, 24 rappresentanti di Conferenze Episcopali europee, nonché del Nunzio Apostolico in Italia. Tra gli invitati, anche alcuni esponenti del mondo giovanile, chiamati a prendere parte ai lavori in ragione del tema principale: ‘Giovani e Vangelo: percorsi di evangelizzazione ed educazione’. Anche il Santo Padre, nel suo intervento, ha posto l’attenzione “sul come favorire l’incontro dei giovani con il Vangelo e quindi, in concreto, sulle fondamentali questioni dell’evangelizzazione e dell’educazione delle nuove generazioni”.
Nel corso dell’Assemblea sono state affrontate altre questioni di particolare attualità: si è riflettuto sul sostegno economico alla Chiesa in Italia, ricorrendo quest’anno il ventesimo del documento ‘Sovvenire alle necessità della Chiesa’; si è dato conto delle attività della Fondazione ‘Giustizia e Solidarietà’, che ha portato a conclusione la campagna giubilare per la riduzione del debito dei Paesi poveri; si è fatto il punto sull’insegnamento della religione cattolica, alla luce dei dati sul numero degli studenti che se ne avvalgono e dello stato giuridico dei docenti, contestualizzando l’analisi nel più ampio panorama europeo; sono stati presentati gli atti della 45a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, tracciando anche alcune linee per il futuro.


1. Attenzione pastorale alle questioni etiche e sociali
“La nostra attenzione pastorale alle questioni etiche non si dissocia mai dalle questioni sociali e viceversa: sul Suo esempio e con il Suo puntuale Magistero, portiamo il nostro contributo di Pastori alla costruzione di una società compiutamente umana”. Le parole del Presidente, Cardinale Angelo Bagnasco, nell’indirizzo di saluto al Santo Padre riassumono l’atteggiamento di fondo dei Vescovi italiani nei riguardi della situazione del nostro Paese: nessuna contrapposizione fra questioni etiche e temi socialmente rilevanti, ma una lettura coerente della realtà a partire dal Vangelo, che non solo costituisce il criterio interpretativo di fondo per l’analisi degli eventi, ma è alla base di un approccio aperto alla speranza, inconciliabile con qualsivoglia visione fatalistica o pessimistica. Infatti – come ha annotato il Presidente nella sua prolusione – “per i credenti la storia non è mai una sequenza più o meno casuale di fatti; è sempre una storia di salvezza, la quale dà senso e prospettiva ad ogni azione che viene compiuta. Noi sappiamo che, con l’Incarnazione del Verbo, il tempo è stato rivisitato e, gravido di eterno, ha una destinazione prima impensabile. Kairòs, non più solo krònos, dunque. E di tutti i tempi, poi, quello che viviamo è il migliore perché è quello che il Padre, nella sua inesausta scienza d’amore, ha stabilito per noi, e per la misura dei doni che ci ha affidato, chiamandoci al rischio della vita. Questa, in altre parole, è per noi l’ora non del fato ma della Provvidenza, la quale ha un volto e un cuore, quello di Cristo. Un tempo dunque per il quale vogliamo esprimere non il lamento per le difficoltà, ma il ringraziamento perché meraviglioso. Magari è anche meravigliosamente arduo, ma pur sempre accostabile coi nostri passi e con la grazia dello Spirito”.
A partire da questa consapevolezza, i Vescovi hanno affrontato i nodi della questione sociale del Paese, ravvisando in essa i sintomi di una più profonda crisi culturale e spirituale. Tale prospettiva ha trovato conferma nelle parole del Santo Padre: “Il problema fondamentale dell’uomo di oggi resta il problema di Dio. Nessun altro problema umano e sociale potrà essere davvero risolto se Dio non ritorna al centro della nostra vita. Soltanto così, attraverso l’incontro con il Dio vivente, sorgente di quella speranza che ci cambia di dentro e che non delude (Rm 5,5), è possibile ritrovare una forte e sicura fiducia nella vita e dare consistenza e vigore ai nostri progetti di bene”.
Ciò spiega per esempio perché, trattando dell’immigrazione, non ci si sia limitati a ricordare l’esigenza di coniugare il dovere dell’accoglienza e il diritto alla sicurezza, ma si sia pure indicato nella crisi di identità che attraversa la nostra società la radice più o meno consapevole di tante paure. Come, infatti, ha ricordato il Presidente nella prolusione, “c’è un’insicurezza esterna e ambientale, legata ai movimenti delle persone come all’esposizione delle abitazioni; ma c’è anche un’insicurezza sui valori che devono interiormente rassicurare le persone, e renderle più salde”. Per questa ragione – ha continuato il Presidente – “un contributo al bisogno di sicurezza, anche se non immediatamente diretto, viene dalle comunità cristiane presenti sul territorio, e distribuite a rete nelle situazioni urbane come in quelle dei centri medi, ma anche piccoli e piccolissimi”. Si è pure individuato simbolicamente nel ‘sagrato’ il luogo che indica la prossimità della Chiesa, capace in tutte le sue forme (parrocchie, aggregazioni e movimenti) di essere vicina alla gente. In particolare, è stata espressa gratitudine ai sacerdoti, la cui figura incarna questa condizione di presenza abituale e rassicurante non solo nella pastorale ordinaria, ma anche nel rispondere alle povertà vecchie e nuove. Si è pure ribadito che solo mediante la collaborazione e l’interscambio dei carismi tra sacerdoti e laici sarà possibile conservare e rafforzare il carattere popolare del cattolicesimo italiano.
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Messaggio Da spe salvi Mar 10 Giu 2008, 16:13

2. Emergenza educativa ed evangelizzazione dei giovani

I lavori dell’Assemblea si sono concentrati in special modo sul rapporto fra i giovani e il Vangelo, al fine di delineare efficaci percorsi di evangelizzazione ed educazione, alla luce degli orientamenti pastorali per il decennio corrente. Anche questo tema è stato trattato a partire dalla convinzione che le emergenze sul piano sociale nascondano una precisa domanda di senso, cioè di significato intorno all’esistenza. Se il “problema essenziale della giovinezza è profondamente personalistico”, come amava ripetere Giovanni Paolo II, è vero che oggi è la comunità adulta ad aver perso l’autorevolezza della figura paterna e materna. Di qui l’esigenza che gli adulti ritrovino il coraggio delle proprie convinzioni e sappiano accreditarsi davanti ai giovani come compagni di viaggio avvicinabili e autorevoli. Ancor prima di delineare una compiuta proposta educativa, bisogna ritrovare una linea di pensiero e di condotta che eviti gli eccessi del giovanilismo e, all’opposto, di uno smagato cinismo. Non vi è dubbio che i giovani siano più facilmente tentati da una cultura nichilista, che conduce alle “passioni tristi” e rende incapaci di assecondare gli slanci del cuore, che pure emergono dalla coscienza ora con nostalgia ora con disincanto.
È peraltro condivisa la consapevolezza che una proposta educativa efficace deve puntare fin da subito all’incontro con Cristo. Non è vero, infatti, che questa esperienza sia possibile solo al termine di un lungo e travagliato percorso di avvicinamento. Come ha osservato il Presidente nella prolusione, “l’annuncio kerigmatico oggi cattura più solitamente dall’inizio, perché è realmente il fascino esercitato dalla persona di Gesù a colpire, per contrasto, magari come ragione di un evento che turba o come senso profondo di una testimonianza di vita che colpisce e sgomenta. (…) Cristo allora diventa come il risveglio inaudito ad una vita diversa, radicalmente altra, ideale subito concreto e pertinente, principio riordinatore di un’esistenza via via capace di altri sapori e di altri riti”.
L’intento esplicito di una rinnovata attenzione al mondo dei giovani – tratto che caratterizza il percorso dell’Agorà, che coinvolge le nostre Chiese in questo triennio – sta nel trasmettere a tutte le comunità l’impegno a farsi compagni di viaggio dei giovani non soltanto in occasione di eventi eccezionali, ma anche nella semplicità della vita quotidiana. Soprattutto di questo essi hanno bisogno, per reagire a una mentalità materialista che tende a dividere nella persona ragione e sentimenti, a cosificare il corpo e soprattutto a mortificare il coraggio di decisioni di lunga durata, enfatizzando al contrario le relazioni brevi e i rapporti virtuali. I gruppi di studio che hanno approfondito il tema hanno prospettato alle nostre Chiese una serie di impegni, cui attendere con rinnovata determinazione: abitare i luoghi dei giovani e colmare i vuoti educativi, educare alla responsabilità (evitando in pari tempo l’autolegittimazione e la deriva dalle norme), valorizzare il potenziale di bene di cui ogni persona è dotata. Si tratta anche di educare ad accettare il ‘limite’ non come menomazione, ma come ‘soglia’ che introduce la persona in una percezione più realistica del proprio io, senza rincorrere l’illusione del ‘tutto e subito’, spesso mascherato da devianze e da droghe. È condivisa la percezione che, in una società complessa e plurale, non sia più possibile procedere isolatamente, ma si richieda una sinergia tra le diverse agenzie educative (famiglia, parrocchia, scuola, gruppi e movimenti), consolidando ove necessario alleanze nei luoghi strategici: la scuola e l’università, il mondo del lavoro, la vita sociale e politica, e primariamente l’ambiente ecclesiale.
Infine, va richiamato il fatto che ciò che decide della qualità della proposta è sempre la persona perché, come diceva Romano Guardini: “la vita viene destata e accesa solo dalla vita. La più potente ‘forza di educazione’ consiste nel fatto che io stesso in prima persona mi protendo in avanti e mi affatico a crescere”. Di qui l’importanza di credere nelle potenzialità evangelizzatrici dei giovani stessi e di porre al loro fianco soggetti qualificati: non soltanto giovani sacerdoti, ma anche pastori maturi, nonché uomini e donne, laici e religiosi, che facciano dei giovani la loro passione educativa. Di qui anche la persuasione che vadano privilegiati i rapporti personali e le forme di comunicazione diretta, fra cui spiccano – come ha ricordato il Santo Padre – la confessione sacramentale e la direzione spirituale. Solo incontrando i giovani a tu per tu sarà possibile far percepire loro “il volto di quel Dio che è il vero amico dell’uomo”.


3. Sovvenire alle necessità della Chiesa: informare e formare
A vent’anni dalla nota dell’Episcopato Sovvenire alle necessità della Chiesa, che tratteggiava le linee programmatiche del sistema di sostegno economico alla Chiesa in Italia, è parso conveniente tornare in maniera distesa sull’argomento, non tanto per commemorare un evento passato, quanto piuttosto per riproporre in maniera aggiornata al presente una questione essenziale in ordine alla maturazione e alla responsabilizzazione delle nostre comunità. È stata ribadita la bontà e la lungimiranza della scelta, compiuta più di vent’anni fa, di affrancarsi definitivamente dai meccanismi della ‘congrua’ e del ‘beneficio ecclesiastico’, tornando ad affidarsi ai cittadini e ai fedeli, attraverso la destinazione dell’otto per mille, calcolata in base alle firme dei contribuenti, e alle offerte deducibili per il sostentamento del clero. Così facendo la Chiesa si è rimessa alla fiducia e alla generosità non solo dei credenti, ma anche di quanti ne apprezzano l’opera pastorale e sociale e perciò decidono di sostenerla anche economicamente. Sono due le ragioni che, a vent’anni dal documento precedente, hanno indotto i Vescovi a preparare e approvare una nuova “Lettera”, che vedrà la luce nei prossimi mesi: un’esigenza di informazione e un bisogno di formazione. Anche se si parla di denaro, si tratta, infatti, di essere fedeli al Vangelo e ai valori civili ed ecclesiali che ispirarono tale riforma. In particolare va combattuto, tanto fra i sacerdoti quanto tra i laici, il diffondersi di un modo di pensare che si adagi sulle sole risorse dell’otto per mille. C’è, in effetti, un preciso ordine di valore nelle offerte e nelle forme di partecipazione: al primo posto viene l’offerta libera e disinteressata, poi vengono le offerte per il clero che assicurano un piccolo ritorno grazie alla deducibilità fiscale, e infine l’otto per mille che, non costando nulla in più oltre alle tasse già versate, si risolve in atto di coerenza con la propria appartenenza ecclesiale e di apprezzamento, anche da parte di non credenti, verso il contributo che la Chiesa offre in varie forme alla società tutta. A vent’anni dall’introduzione nel nuovo sistema di sostegno economico, si conferma la percezione che esso costituisca una formidabile occasione educativa e pastorale, che chiede alle nostre comunità un rinnovato impegno sul piano della trasparenza, della sobrietà e della partecipazione: non si tratta, infatti, di una mera raccolta di fondi, ma più in profondità di una crescita nella corresponsabilità.


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Messaggio Da spe salvi Mar 10 Giu 2008, 16:14

4. Il Paese dopo le elezioni e la solidarietà tra il bene di ciascuno e il bene di tutti
Il documento conclusivo della 45a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Pistoia e Pisa nell’ottobre scorso, pone anzitutto in rilievo “un oggettivo appannarsi della coscienza della solidarietà tra il bene di ciascuno e quello di tutti”. Di qui il triplice obiettivo che la Settimana Sociale ha inteso perseguire: sensibilizzare i cattolici e specialmente i giovani a ritenere il bene comune, assai prima del bene particolare proprio, come il necessario punto di riferimento per progredire verso una società giusta e solidale; rafforzare il senso della cittadinanza che si esprime non solo nel momento del voto, ma anche nel contribuire alla crescita materiale, culturale, etica e politica del Paese; continuare la riflessione sulle forme concrete di realizzazione del bene comune, valorizzando luoghi di incontro per una formazione che sappia coniugare professionalità e spiritualità, competenza tecnica e motivazione etica. Proprio questa lettura della situazione del Paese è stata autorevolmente richiamata nella prolusione dal Cardinale Presidente, laddove ha auspicato, in riferimento al quadro politico emerso in seguito alla recente tornata elettorale: “Non possiamo ora, nella nuova situazione, non sperare che in tutti vi sia una più forte responsabilità in ordine all’affronto dei grandi problemi che affliggono il Paese, e ai quali bisogna saper dare ora risposte sagge ma anche sollecite: non tanto nell’interesse dell’una e dell’altra parte politica o componente sociale, ma anzitutto per il bene comune della Nazione”.
Dal canto suo la Chiesa italiana – facendo proprio l’auspicio del Santo Padre – intende “partecipare allo scambio di idee nella pubblica arena, per aiutare a modellare atteggiamenti culturali adeguati”: di qui la costante attenzione alla famiglia fondata sul matrimonio, l’impegno a tutelare la dignità della vita umana in ogni momento e condizione, la decisa e capillare mobilitazione di fronte alle povertà, ai disagi e alle ingiustizie sociali che affliggono non solo il nostro Paese, ma anche tanta parte dell’umanità provata dalla fame, dalle guerre e dalle calamità naturali.


5. L’insegnamento della religione cattolica in Italia e nel quadro europeo
L’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica, ridisegnato dagli accordi concordatari del 1984, ha brillantemente superato la prova del tempo e goda la fiducia della gran parte delle famiglie e degli studenti italiani. Ciò nonostante, si assiste a una lenta, ma costante erosione delle percentuali di adesione, specialmente per quel che riguarda le grandi città e la scuola secondaria superiore. La consapevolezza di questo dato induce a promuovere l’IRC nella sua piena collocazione scolastica e come approccio in chiave culturale alla fede, senza snaturarne la portata religiosa. Particolare attenzione è stata dedicata alla formazione permanente dei docenti, così da accrescere ulteriormente la qualità della disciplina.
Essa sconta, peraltro, due difficoltà oggettive: la sostanziale irrilevanza delle attività alternative e le penalizzanti modalità di valutazione, che di fatto collocano questo insegnamento in una condizione di debolezza e marginalità. La crescita dei laici nel corpo docente, se da un lato ne ha accresciuto il livello professionale, non deve dall’altro condurre alla totale scomparsa di sacerdoti insegnanti, soprattutto all’interno della scuola secondaria superiore.
Un’indagine condotta a livello europeo attesta che, contrariamente a un’opinione largamente diffusa, l’insegnamento della religione costituisce in Europa la regola e non l’eccezione. Di fatto solo in tre dei ventinove Paesi presi in considerazione, cioè in Francia, Bulgaria e Bielorussia, è assente dalla scuola qualsiasi insegnamento della religione. In tutti gli altri Paesi, infatti, è presente un insegnamento variamente caratterizzato, in senso confessionale o tendenzialmente neutro, facoltativo o obbligatorio, con valenza etica o catechistica. Ovunque l’insegnamento della religione è il risultato di una collaborazione con le Chiese, quando non è loro diretta responsabilità. Il contesto europeo rafforza pertanto l’immagine di un IRC pienamente inserito nella scuola.


6. Iniziative per la riduzione del debito dei Paesi poveri; le attività nell’ambito delle comunicazioni sociali; le fondazioni Migrantes, Missio e Caritas Italiana; il Congresso Eucaristico Nazionale; la nuova traduzione della Bibbia.
Nel corso dell’Assemblea, è stato fornito un ragguaglio circa l’operato della Fondazione ‘Giustizia e Solidarietà’, promossa dalla CEI in occasione della campagna giubilare per la riduzione del debito estero dei Paesi poveri. Essa si avvia a concludere le proprie attività, avendo interamente erogato in progetti di sviluppo le risorse raccolte nell’anno giubilare con il contributo dei fedeli, a vantaggio della conversione del debito della Guinea Conakry e dello Zambia. È stata nel contempo ribadita la necessità di tenere desta l’attenzione educativa e l’approfondimento scientifico, culturale e progettuale circa le problematiche del debito estero, mediante specifiche forme di coordinamento fra i soggetti ecclesiali e gli organismi di volontariato più coinvolti in queste tematiche.
Nella consapevolezza della rilevanza della questione, che implica profili teologici, giuridici e pastorali, si è convenuto di approfondire la riflessione delle problematiche concernenti i matrimoni misti fra cattolici e battisti, in vista della predisposizione di un testo comune in materia.
Come sempre, l’Assemblea ha dedicato una specifica attenzione ad alcuni ambiti di particolare rilevanza dell’azione della Chiesa italiana. Ci si è tra l’altro soffermati sul tema delle comunicazioni sociali, dando particolare conto delle iniziative di formazione degli operatori Attraverso una video-proiezione, i Vescovi sono stati messi a parte degli sviluppi dei media cattolici, interessati quest’anno da particolari anniversari: il quarantesimo di ‘Avvenire’, il ventesimo dell’agenzia ‘Sir’, il decennale di ‘Sat2000’ e di ‘Radio inBlu’.
Quanto alla Fondazione Migrantes, che celebra quest’anno il ventesimo della sua erezione, è stato ribadito che deve continuare il tradizionale impegno nel seguire gli italiani all’estero, tenendo conto peraltro del recente e sempre più consistente fenomeno dell’immigrazione in Italia, senza peraltro dimenticare gli altri ambiti pastorali caratterizzati dalla mobilità umana. Un altro momento di riflessione è stato riservato alla Fondazione Missio, nata nel 2005 con l’intento di coordinare le istanze missionarie della Chiesa italiana. È stato sottolineato il dovere dei pastori di far sì che ogni comunità celebri la Giornata Missionaria Mondiale. Circa Caritas Italiana, si è richiamato il compito che le è proprio: servire le Chiese locali e i territori, sostenendo le Caritas diocesane perché possano aiutare le parrocchie ad assumere un volto sempre più missionario e i territori a crescere nella promozione del bene comune e nell’attenzione ai poveri.
In vista del Congresso Eucaristico Nazionale, che si celebrerà ad Ancona dal 4 all’11 settembre 2011, sono state offerte una serie di prime indicazioni tematiche che scandiranno il cammino pre-congressuale.
Va, infine, segnalata la consegna a Benedetto XVI della prima copia dell’editio princeps della nuova traduzione in lingua italiana della Bibbia. Essa costituisce un evento ecclesiale e culturale di grande rilievo, che – come ha osservato il Santo Padre –“si inquadra nella preparazione del prossimo Sinodo dei Vescovi che rifletterà su: ‘La parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa’”.
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Messaggio Da spe salvi Mar 10 Giu 2008, 16:16

7. Nomine.
Nel corso dei lavori, i Vescovi hanno eletto Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute S.E. Mons. Giuseppe Merisi, Vescovo di Lodi, e Presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali S.E. Mons. Claudio Giuliodori, Vescovo di Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli – Treia, fino al compimento del quinquennio in corso.
La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, riunitasi lunedì 26 maggio, ha nominato Vicedirettore del Centro Nazionale Vocazioni Mons. Leonardo D’Ascenzo, del clero di Velletri – Segni.
Il Consiglio Episcopale Permanente, nella sessione del 27 maggio, ha nominato Presidente Nazionale maschile della Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI) il dott. Emanuele Bordello. Ha altresì nominato Assistente Ecclesiastico Nazionale della Branca Rovers dell’Associazione Italiana Guide Scouts d’Europa Cattolici Padre Basito del Suo mistero pasquale, d.a.s.s. (al secolo Marco Bianchi). Ha, infine, nominato Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana il Prof. Francesco Miano. Nell’atto di nomina, ha dato mandato al Cardinale Presidente di significare all’eletto l’esigenza di guidare l’Azione Cattolica Italiana in spirito di unità e comunione, con particolare attenzione al suo peculiare legame con l’Episcopato. A tal fine, è stata annunciata la pubblicazione di una lettera del Consiglio Episcopale Permanente.
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